L’allarme «aiuto, arriva l’asteroide» è ricorrente, ma per fortuna nessuno l’ha mai esclamato finora. Sembra l’allarme di un film di fantascienza di terz’ordine che secondo gli esperti, invece, non si può escludere. Questi sono invece a caccia di uomini e fondi disponibili alla ricerca sui Neo: Near Earth Object, oggetti che sfiorano la Terra.
Nella maggior parte dei casi questi fenomeni vengono ingigantiti dai media o liquidati quali sciocchezze. Invece il rischio di una collisione è reale, come lo è la possibilità di una eruzione vulcanica, o un terremoto. Possibilità basse, ma presenti.
A Palermo, dal cui osservatorio venne avvistato la prima volta, dall’astronomo Giuseppe Piazzi, il "pianetino" Cerere, nella notte di Capodanno del 1801, gli astronomi hanno recentemente celebrano il bicentenario. Approfittando di ciò, hanno pure fanno il punto sulla pericolosità degli asteroidi.
La possibilità che un impatto disastroso sia possibile lo insegna nel libro "2028-il pericolo viene dal cielo", la giornalista scientifica Nanni Riccobono che è la cronistoria delle "ferite aperte", rimarginate, scomparse, inflitte alla Terra usata come bersaglio da un uragano di corpi celesti. Dall’Arizona al Sud Africa, dalla Siberia al deserto Arabo. Per non parlare dell’enorme cratere formato da un asteroide a Chixulub nella regione dello Yucatan, 65 milioni di anni fa, che spazzò via la metà degli esseri viventi sul nostro pianeta, compresi i dinosauri. Anche la Luna è punteggiata, soprattutto sulla faccia non rivolta verso la Terra, da crateri.
Nel Luglio del 1994 centinaia di astronomi hanno visto in diretta la collisione avvenuta tra la cometa Shoemaker-Levi 9 e Giove. Un evento catastrofico come l’impatto di un asteroide, di un chilometro di diametro, che potrebbe portare all’estinzione alcune specie, si verifica all’incirca ogni mezzo milione di anni.
Andrea Milani, docente all’università di Pisa ed esperto di meccanica celeste, sottolinea che anche se la Terra è da considerarsi un bersaglio piccolissimo non è giusto ignorare il problema. La maggior parte degli asteroidi orbitano fra Marte e Giove e quasi mai nelle vicinanze della Terra. C’è però un gruppetto di massi potenzialmente pericolosi, circa un migliaio, che per svariati motivi, possono uscire di rotta e collidere con la Terra. Essi vengono seguiti, o almeno cercano di farlo, da alcuni studiosi nelle loro evoluzioni.
Fino a poco tempo fa non era possibile nemmeno calcolarne l’orbita, e quindi nemmeno sapere se potevano arrivarci addosso. Per circa il 50% dei bolidi che ci ronzano attorno questo pericolo è stato escluso, anche se non sempre le osservazioni sono sufficienti a determinarne esattamente l’orbita. Per l’altra metà non si hanno dati. Inoltre, per un’infinità di oggetti più piccoli, come quello precipitato a Tunguska in Siberia, nel 1908, non si sa assolutamente nulla. "Si può solo cercare di minimizzare i rischi dandoci da fare per scoprire gli oggetti grandi almeno dai 200 metri in su", osserva Andrea Carusi, che lavora all’istituto di astrofisica spaziale del C.N.R. di Roma ed è presidente di "Spaceguard foundation", l’associazione internazionale di astronomi che sorveglia il cielo e controlla i Neo.
Carusi ha condotto i primi calcoli tendenti a come evitare l’impatto di un asteroide nel malaugurato caso si dovesse scoprire che fosse in rotta di collisione con noi. Ha considerato un certo numero di massi orbitanti nelle vicinanze della Terra, ha leggermente modificato al calcolatore la loro orbita e velocità in modo da costringerli all’impatto con la terra, ha fatto fare quindi "marcia indietro" ai "sassoni" per 50 anni ed ha calcolato lo spostamento, impercettibile, atto ad evitare che 50 anni dopo vadano a collidere con il pianeta Terra.
Il colpire, e quindi frammentare l’asteroide in molte particelle sarebbe, però, un rischio peggiore del male in quanto tale frammentazione renderebbe possibile, se non sicuro, un impatto con la Terra. Meglio sarebbe, "spostare l’asteroide tutto intero" puntualizza Milani.
"Le tecnologie per farlo non sono ancora in nostro possesso, ma se l’umanità ne avesse bisogno, ce la potremmo fare", continua Milani.
Per ora conta sapere con sicurezza se vale la pena mettersi al lavoro per costruire un’arma "antiasteroide".
I più impegnati nella sorveglianza dei massi orbitanti sono come al solito gli americani che investono all’uopo circa 3,5 milioni di dollari l’anno in programmi sui disastri. In Italia ci sono però alcuni importanti gruppi di ricerca a Pisa, a Roma, a Torino, come pure a Padova, Firenze e Catania; gruppi all’avanguardia nel calcolo delle orbite degli asteroidi.
Quando, tre anni fa, si era sparsa la voce che un enorme masso, di circa tre chilometri di diametro, l’Xf11, sarebbe passato vicino o addirittura avrebbe colpito la Terra nel 2028, sono bastati pochi calcoli per destituire la notizia di ogni fondamento.
La task force che osserva le evoluzioni degli asteroidi non è però così ricca di uomini e mezzi come ci si potrebbe aspettare. Sono soltanto un centinaio gli astrofisici che si occupano di questo e, neppure a tempo pieno.
Una rete di 80 osservatori sono attrezzati con telescopi forniti di telecamere per seguire i Neo. Se dovesse essere scoperto che uno di questi corpi fosse in rotta verso di noi, sarebbe necessario un preavviso di 30 anni per poter fare qualcosa. Per questo, coloro che sorvegliano il cielo, chiedono di aver dedicate più risorse. Per costruire la stazione orbitale internazionale, per esempio, sono stati spesi fin ora circa 60 miliardi di dollari.
Ogni missione su Marte costa, grossomodo 200/300 milioni di dollari. Per tenere sotto controllo gli asteroidi vengono spesi nel mondo, appena 4 milioni di dollari. "Il rischio di morire per uno scontro simile è paragonabile a quello di dormire sotto un vulcano, anche se un eruzione sembra un problema più reale" osserva Carusi. "Se è un pericolo naturale della stessa entità , non si capisce perché non debba essere trattato nello stesso modo". Tra l’altro, conclude Carusi, costretto al lavoro di calcolo per puntualizzare i termini del problema, gli italiani spendono 10 mila miliardi l’anno in assicurazioni sulla vita. "Basterebbe un decimillesimo di questa cifra per dare loro un’assicurazione in più".
UN ASTEROIDE IN AVVICINAMENTO
Recentemente è stato scoperto che la razza umana potrebbe essere spazzata via per mano di un gigantesco meteorite. Questo è quanto potrebbe accadere nel 2049. Secondo gli scienziati, la probabilità che ciò accada, è di 1 su 9 mila e 300.
A minacciarci è un asteroide, denominato 2002 CU11, di circa 1 km di diametro, scoperto il 7 febbraio scorso.
I calcoli, resi noti pochi giorni fa dal “Minor Planet Center”, sono stati elaborati presso il centro NEODyS dell’Università di Pisa e, sfortunatamente per tutti noi, coincidono con quelli rilasciati dal “Jet Propulsion Laboratori” della Nasa.
"La magnitudine assoluta di 2002 CU11 – hanno spiegato i ricercatori di Pisa – é di 18,3. Quindi, tenendo conto della densità dell’asteroide e le proprietà orbitali all’intersezione con la Terra, la stima dell’energia che verrebbe rilasciata in caso di impatto è di 53.000 megaton, equivalenti a poco più di 50 miliardi di tonnellate di tritolo".
"L’asteroide 2002CU11, oltre a costituire un rischio, ci fornisce l’occasione per riflettere come le cose siano cambiate rapidamente, in pochi anni – hanno detto i ricercatori Andrea Milani, Giovanni Valsecchi e Maria Eugenia Sansaturio. Quasi quattro anni fa un annuncio un po’ ambiguo circa la possibilità d’impatto dell’asteroide 1997 XF11 con la Terra, nel 2028, mise in evidenza che la comunità scientifica mancava delle conoscenze necessarie per valutare il rischio di impatto per casi che fossero sì seri, ma con basse probabilità di produrre il catastrofico evento. Una sfida, che venne vissuta da alcuni come motivo per sollevare polemiche, e da altri, come motivo per rimboccarsi le maniche e cercare di risolvere la situazione".
Fino ad oggi sono stati avvistati tantissimi asteroidi, ma nessuno rappresentava una minaccia reale. Circa tre anni fa, ad esempio Milani, Valsecchi e Chesley, segnalarono un altro corpo celeste pericoloso, denominato dagli stessi 1999 AN10. Le probabilità che questo colpisse realmente la Terra, tuttavia, erano estremamente basse, soltanto 1 su 1 miliardo.
Adesso le cose sono cambiate. "Purtroppo – hanno detto i ricercatori – la probabilità di rischio in questo caso salirà nei prossimi giorni. L’impattore virtuale per il 2049 è molto vicino alla soluzione nominale e l’arco di osservazioni ha già raggiunto i 44 giorni. La probabilità può scendere, e lo si spera vivamente, solo con un grande numero di osservazioni addizionali".
MILIARDI DI ANNI FA
È stato un terribile bombardamento di meteoriti che ha sciolto le rocce superficiali del nostro pianeta 3 miliardi e 900 milioni di anni fa, rendendo impossibile trovare delle rocce più vecchie di quella data. La ricerca, condotta da David Kring, dell’Università dell’Arizona (Lunar & Planetary Laboratory) e da Barbara Cohen, dell’Università delle Hawaii, è pubblicata sul Journal of Geophysical Research dell’American Geophysical Union.
I due affermano che con questa scoperta si rovescia la convinzione precedente che a bombardare la Terra in quel periodo fosse uno sciame intenso di comete. Il fatto di essere invece meteoriti rese l’evento così catastrofico da provocare la distruzione di tutte le antiche rocce della superficie terrestre.
Inoltre, affermano i ricercatori, l’impatto può aver contribuito a incrementare il sistema idrotermale, facendolo diventare un ottimo incubatore per la vita che sarebbe sbocciata da lì a poco tempo.
Dobbiamo proteggere il nostro pianeta, lo stiamo devastando avvelenando con la nostra arroganza, siamo come dei parassiti che divorano tutto si pensa al business, ma non si pensa alla cosa più importante cioè alla natura che ci regala la vita ci dona ossigeno, e ci regala paesaggi da sogno, ogni primavera è un miracolo stupendo, ma l’uomo pensa a far guerre a fare il dittatore il furgone e a fregare il prossimo , i più poveri e deboli, tra mafie e potere arrogante. Se si continua così ci sarà uno scquilibrio totale e ridurremo il pianeta come marte. l’uomo non è altro che l’evoluzione della natura, essa e potentissima può distruggerci in un attimo quando vuole, noi non siamo altro che polvere e briciole nello spazio.
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E TUTTO VERO .
G.R. 10.23. SACRE SCRITTURE, LEGGI.
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